Continua la follia della guerra, ed anche questo turno di Eurolega ci consegna le immagini di giocatori ed arbitri che reggono striscioni contro ogni conflitto.
Si avvicina anche il 21 marzo, data in cui sarà purtroppo effettiva la sospensione definitiva delle squadre russe, e quindi anche in questo turno non si sono disputate tre partite: Fener-CSKA, Zenit -Pana e Bayern-Unics.
In realtà questo turno 29 ci ha consegnato diversi risultati a sorpresa, iniziando dal più classico dei testa-coda, giocato a Kaunas, e che ha visto lo Zalgiris, per questa sera vestito del gialloblu ucraino battere la capolista Barca per 91 a 84, alla fine di una partita giocata davvero col cuore in mano,riuscendo a mettere in difficoltà i catalani sul piano del ritmo e dell’intensità ed ottenendo la quarta vittoria nelle ultime cinque.
E’ forse un ritrovato equilibrio che sta dando ai lituani una costanza di rendimento che il prima difficile e poi abortito innesto di Mudiay aveva reso impossibile, portando prima ad un rapido cambio di guida tecnica e poi ad un lungo periodo di sconfitte e di stallo tecnico e psicologico.
Amaro il ritorno in patria per coach Jasi e per Lokubaitis, ma come ripetiamo sempre non è certo un episodio negativo a poter condizionare una stagione vincente, e fin qui la cavalcata del Barca ha messo solide basi alla legittima ambizione di portare a casa il massimo trofeo continentale.
Chi invece sta arrivando a livelli di resa stabili e positivi è la Stella Rossa, che non solo vince ma anche convince battendo il Maccabi per 84 a 77, avanzando decisa verso la griglia playoff e frustrando ancora una volta la voglia degli israeliani di essere in zona top8, perchè se c’è un difetto dalle parti di Tel Aviv questo è la totale mancanza di costanza di rendimento, anche all’interno della stessa partita, ed il cambio diciamo movimentato di coach certamente non aiuta.
E nel duello tra quelle che a nostro parere rappresentano le due principali delusioni della stagione, Baskonia ed Asvel, la spuntano i baschi che passano all’Astroballe con una tripla decisiva di Gedraitis , ma questa rimane una partita tra due squadre che potevano essere ed invece non sono state; ed il rammarico aumenta pensando al fatto che con la forzata assenza delle tre russe sono ben tre appunto i posti che si liberano in griglia playoff.
Anche a Berlino abbiamo assistito ad un risultato inatteso, con la vittoria dell’Alba per 90 a 75 sull’Olympiacos, quarta forza del torneo e squadra con un efficienza complessiva davvero rilevante, capace di mettere in difficoltà corazzate come Milano e di giocare sempre su livelli molto alti; il gioco in velocità del’Alba è sicuramente quello più adatto per mettere in crisi il team del Pireo, che in ogni caso dovrebbe vedere confermato un posto in griglia, probabilmente tra le prime quattro.
Ma sicuramente il clou della giornata era la sfida di Madrid, dove un Real in striscia negativa di quattro, ed in affanno anche in Liga ACB ospitava una lanciatissima AX Milano.
Siamo sinceri,anzi brutali: l’ha vinta Llull, che ha sfoderato una prestazione veramente d’annata, dominante, ha preso in mano i blancos e li ha portati al traguardo di un overtime che sembrava impossibile dopo che Milano era arrivata al + 7, e siamo ancora più sinceri, l’ha persa Delaney, con quel fallo incredibile che ha negato all’Armani l’ultima chanche di vittoria, e con una partita a volte troppo sopra le righe.
Senza voler troppo recriminare sulle tante assenze, questa volta Milano pecca nella gestione del finale, si lascia prendere dall’ansia di vincere e non riesce a chiudere il match quando il momento era quello giusto; sicuramente il rientro ormai imminente di Shields darà a Milano quel tassello importante nel roster che permetterà di avere insieme il più classico dei go-to-guy nel corpo di un grande difensore, per quello che ha nostro parere è il miglior “3” della competizione.
Grande prova di orgoglio della Casa Blanca, sperando che si mettano a tacere anche le voci che davano la panchina di Pablo Laso in pericolo, cosa che sarebbe una vera e propria manovra autolesionista , dati i risultati degli ultimi 10 anni, e visto poi il valore di una scuola che prepara giovani di enormi doti ed impatto: per informazioni chiedere al CSKA, sconfitto da una squadra con sei senior e tutto il resto ragazzini non ancora maggiorenni.
Chi invece naviga davvero a vista, alternando prove convincenti a prestazioni fiacche se non imbarazzanti è l’Efes, campione in carica ma troppe volte quasi assente dal campo in cui gioca, finendo poi per naufragare, come questa sera a Montecarlo.
Mike James, Alpha Diallo e Dwayne Bacon costruiscono un 102 a 80 che è la fotografia impietosa sia del dominio del Roca Team sia della resa mentale prima che tecnica della truppa di Ataman, che alla fine sembrava stare mogio mogio in panchina senza sapere davvero più cosa inventarsi, senza riuscire ad invertire una rotta che non è più la marcia trionfale delle ultime stagioni ma che tanto assomiglia ad una navigazione di piccolo cabotaggio che però mette in serio pericolo la zona playoff: sarebbe un colpo basso per i detentori del titolo.
E da adesso in poi ogni partita conta veramente in vista della volata finale, da adesso in poi si fa tremendamente sul serio.