RICORDI IN LIBERTA’ ( 1″ episodio)
In questa rubrica Sandro Spinetti ex giocatore di Serie A a cavallo tra gli anni 60 / 70 ci racconta tutto il suo vissuto cestistico.
Dalle prime esperienze dei campi all’aperto fino all’ apice della sua carriera, il tutto condito da tanti episodi che insieme andremo a ripercorrere.
In 70 anni ne avrò visti ,vissuti e sentiti di episodi, momenti e storie che meritano di essere raccontate.
Oggi iniziamo un lungo viaggio tra le pieghe di uno sport che a cavallo della 2″ guerra mondiale, si organizzò e in pochissimo tempo ( anni 50 ) riuscì ad attirare partecipazione, attenzione e seguito.
Un crescendo che portò la pallacanestro a diventare secondo sport nazionale dietro solo al calcio.
La naturale evoluzione da palla a cesto a pallacanestro e poi basketball, questo sport si è arricchito di personaggi, società, sfide e rivalità che hanno scritto storie ricche di successi, trionfi, tonfi e delusioni .
Apriamo quindi i bauli, e i cassetti dei ricordi e riesumiamo qualcosa di fantastico dei nostri annebbiati ricordi.
Voi vecchi lo leggerete con commozione, mentre voi giovani spero con quella curiosità che potrebbe spronarvi ad avvicinarvi sempre di più al basket.
Iniziamo dal mio primo ricordo : 2 canestri e una palla a spicchi in mano su un campo in asfalto dove si giocava indipendentemente dalla pioggia.
Un pallone con lacci e cuciture da ingrassare ad ogni allenamento con sapiente maestria e passione.
Il mio approccio alla pallacanestro avvenne nell’ora di ricreazione nel collegio S.Giuseppe de Merode di Roma.
Fu F. Mario Grottanelli fondatore della Stella Azzurra a mettermi una mano sulla spalla dicendomi ,” giovinetto ti aspetto oggi alle 15 in palestra per provare la pallacanestro “.
Non avrei mai immaginato che quell’incontro avrebbe totalmente stravolto e condizionato tutta la mia vita.
La Stella Azzurra era formata da quasi tutti alunni del collegio, ed aveva al suo timone Francesco Ferrero allenatore della nazionale ,
In solo 4 anni porta la società dal campionato di serie D alla serie A, esempio seguito anche dal Petrarca Padova, Auxlium Torino e l’ex Massimo di Roma ( 1956 ).
Sembra cosa strana che 4 società organizzate da enti religiosi siano arrivate in Serie A reclutando dai propri alunni.
Ma la cosa è presto spiegata ; il reclutamento era facile e il senso di appartenenza era fortissimo, e la pallacanestro di allora andava molto” d’accordo ” con gli studi e un certo lignaggio.
Io dopo quel fortuito incontro mi ritrovai al 18″ anno di età in prima squadra, accolto con grande affetto dai ” veci ” che per me erano dei miti assoluti.
Il passaggio in prima squadra mi assicurava un buono per le ” Superga nere ” che dovevano durare tutto l’anno, ma anche il privilegio di giocare al coperto farmi una doccia…e imparare da chi ne sapeva più di me.
Mi ricordo una delle immagini delle prime gare trasmesse in Tv che più stimolò e diede un altra spinta alla passione ,che cresceva di pari passo con le mie capacità .
Fu una delle prime pertite trasmesse in Tv nel 1956, quella tra Necchi Pavia e Milenka Cantù,il tutto condito da una pioggerella fastidiosa e i spettatori in piedi a bordo campo.
Niente transenne e tribune, un solo arbitro a tenere a bada le due contendenti , e gli stessi spettatori a ributtare la palla in campo quando andava fuori.
Da quella partita la pallacanestro è entrata dentro di me e non ho più staccato la spina
Fonte e articolo a cura di SANDRO SPINETTI