Il primo doppio turno infrasettimanale di Eurolega ci regala una classifica con alcune posizioni inaspettate ed alcune riflessioni, anche importanti.
Iniziamo dai campioni in carica dell’Efes, fermi al palo a zero vittorie e reduci dalla trasferta con doppia sconfitta di Lione e di Milano, e che dopo la gita turistica di Madrid non sono riusciti a raddrizzare la rotta: sembrerebbero una squadra in piena crisi, ma in realtà fino ad ora hanno affrontato solo squadre di alta classifica, perdendo eccetto Madrid sempre con poco scarto e, visti dal vivo ieri sera al Forum, sono una squadra viva e vegeta, con un Micic sempre in grande spolvero, un Larkin sempre funambolico e che aspettano solo il nuovo anno per scatenare tutta la loro forza.
Alcuni loro momenti sono sempre di una bellezza intrigante, e ben sappiamo quanto sia grande la capacità di Ataman di far rendere le squadre al momento del bisogno.
Esattamente dall’altra parte della classifica troviamo Milano, imbattuta e sempre più convincente, anche nella serata in cui Melli fa zero, il Chacho non è brillante come al solito e sembra che tutto, iniziando dalla terna arbitrale cospiri contro l’Armani.
La caratteristica più importante di Milano è che in ogni momento, anche quando Micic predicava basket e l’Efes volava si ha la netta sensazione di vedere una squadra compatta, tetragona, e dove il verbo messiniano ed anche lo spirito delle scarpette rosse sta entrando sottopelle anche a chi, vedi Mitoglou, all’inizio sembrava un pò troppo soft; non parliamo poi di un giocatore come Devon Hall che a nostro parere appartiene alla categoria di quelli che qualunque coach vorrebbe sempre in campo, per doti agonistiche ed intensità difensiva.
Se aggiungiamo che, in barba ai soliti detrattori e complottisti Delaney sta tornando al livello che gli compete, e che Datome lancia segnali concreti possiamo tranquillamente iscrivere Milano nella lista di quelle candidate ad andare fino in fondo e per virtù evidenti del collettivo.
L’altro team imbattuto è il Barca, che però ieri sera ha sudato le proverbiali sette camicie per passare in overtime a Monaco, e questo sempre tra le lamentele e le grandi performances da attore consumato di coach Jasikievicius, che però sembra aver chiaro che per raggiungere il bersaglio grosso bisogna gestire energie fisiche e nervose con grande oculatezza, diversamente da quanto accadde la scorsa stagione.
Attenzione al Monaco, dove oltre a vedere una bella matricola possiamo ammirare almeno l’inizio di un piccolo miracolo cestistico, ovvero la trasformazione di Mike James in uomo squadra anzichè il solito, vecchio giocatore egoista ed accentratore: i 24 punti più dieci assist messi a referto a Madrid ci raccontano davvero un giocatore capace di mettersi in proprio ma anche di “far girare” la squadra.
Proseguendo nel nostro testacoda troviamo in fondo alla classifica il Bayern di coach Trinchieri, il cui elenco infortunati è il problema principale, specie in un campionato di enorme competitività in cui davvero ogni singolo episodio conta; ma siamo certi di vedere i bavaresi tornare in alto, e molto presto.
A zero vittorie, e a morale sottozero troviamo lo Zalgiris, cuore e simbolo lituano, cui nemmeno il cambio repentino di allenatore ha giovato, dato che a ben guardare il problema sta nel roster, iniziando dal pezzo di prestigio del mercato estivo, Mudiay, che visto giocare sta offrendo prestazioni altalenanti; inoltre è fresca la notizia di un possibile danno alla spalla del centro Lauvergne,che potrebbe essere out addirittura per tutta la stagione.
Interessante la pattuglia di squadre sul 3-1, perchè troviamo conferme ma anche belle sorpese.
Sempre tra le prime della classe, il CSKA deve fare anche i conti con l’infortunio di Shenghelia, che fa il paio con i guai di Milutinov, ma le risorse pressochè infinite dei moscoviti hanno garantito l’ingaggio di Manimal,al secolo Kenneth Fariad,per non farsi mancare proprio niente nella corsa al titolo: da sottolineare invece che la Stella Rossa, pur sconfitta a Mosca, sta offrendo una serie di prestazioni veramente di livello, smentendo così anche tutte le sensazioni e le analisi di pre-season che la vedevano in difficoltà.
Ma anche al Pireo sono contenti, perchè una partenza così era difficilmente pronosticabile, a dispetto di un roster non stellare e di una prima stagione senza Spanoulis; e dove invece possono essere davvero contenti è in casa Asvel, perchè sono dove le loro ambizioni li portavano a sognare di essere, e perchè la trasferta di giovedì a Milano sarà uno scontro di alta classifica.
Chiudiamo con due squadre che per motivi diversi sono al top: per lo Zenit è la conferma di un grande roster e di un grande coach, per il Real Madrid l’analisi è un poco più articolata in quanto qui abbiamo un mix tra giovani di belle speranze e grandi vecchi, il tutto gestito da un vero totem della panchina come Pablo Laso, capace di tirare fuori dal cilindro anche un Llull ed un Rudy Fernandez d’annata, con meno minuti ma con in mano il manuale delle istruzioni per la vittoria.
E col prossimo turno, sempre più emozioni e vibrazioni!