Il suo è stato un nome a sorpresa ma il pubblico di Avellino è pronto ad ammirare le prodezze di Jarvis Hayes. 203 centimetri di pura stazza, l’ex giocatore dei New Jersey Nets si presenta così alla sua nuova tifoseria: «Il mio spirito è molto buono. Voglio competere per vincere. Compagni come Thomas e altri li sto conoscendo pian piano. Siamo una squadra competitiva. Il mio ruolo – dice – è quello del tre, dell’ala piccola, lo spot giusto per me ma ho anche capacità da ala forte»
A lungo si è parlato della sua condizione atletica messa a dura prova da due gravi infortuni: «È abbastanza buona. Il campionato asiatico è finito a metà agosto, poi a casa ho continuato ad allenarmi per tenermi in forma ad Atlanta. Lavorare da solo rispetto con la squadra è diverso, ma mi ha aiutato e penso di essere in buona condizione»
La scelta di Avellino la spiega così: «Prima cosa perché mi piace il basket. Tra le tante offerte che avevo ho scelto questo perché è quella che mi dà le maggiori possibilità di vincere»
Il campionato italiano, un torneo tutto da conoscere: «Non ho una conoscenza approfondita, ma so che qualificarsi per i playoff è un obiettivo duro, ma dobbiamo assolutamente raggiungerlo»
Proviene da una classe di draft Nba, tra le più importanti degli ultimi anni. Sulla sua lunga esperienza in oltreoceano: «Sicuramente è un’esperienza importante; è utile averla. Consentirà di sfruttare la mia versatilità sul campo»
Una notizia poco nota di Hayes è la presenza di un fratello gemello, che di lavoro fa il coach, l’allenatore di basket: «È molto contento di questa mia scelta – ammette – È un’opportunità, avere persona che ne capisce di basket è una benedizione per me, tutti quanti molto contenti di questa mia scelta»
Ieri, in occasione del suo primo allenamento, il cestista americao ha già potuto conoscere da vicino la tifoseria avellinese: «Sento l’energia, un’energia positiva attorno alla squadra. Ho capito subito ieri quando c’era parecchia gente all’allenamento. È importante avere la passione intorno alla squadra e dobbiamo alimentarla»