Anche la seconda giornata di Eurolega va in archivio dopo averci regalato grandi emozioni e diversi risultati a sorpresa, mettendo sui radar squadre che avevano iniziato la stagione senza particolari ambizioni e senza i favori del pronostico.
Ma la prima partita da cui iniziamo è quella andata in scena ad Istanbul, dove al termine di una lotta condotta allo spasimo il CSKA ha avuto la meglio sui campioni in carica dell’Efes, nonostante i 32 punti di un Micic tornato agli antichi splendori, ben assecondato da un team che sembra aver presto dimenticato la gita scolastica di Madrid per ripresentarsi all’altezza delle sue possibilità, che sono sempre altissime; non sarà certamente questa sconfitta a frenare la corsa della rruppa di Ataman che di solito dà il meglio da gennaio in poi.
Dal canto suo il CSKA dimentica la sconfitta di Milano e con questa vittoria in trasferta mette una volta di più in chiaro che ci sarà fino in fondo, perchè è costruito per arrivare ai massimi livelli.
E se era quasi scontato che il Barca passasse in casa del Bayern, contro una squadra che ha l’infermeria piena e che ha opposto una resistenza al di là di ogni ragionevole dubbio, è ad Atene che vanno in scena le due più grandi sorprese di giornata.
Inizia il Pana, che dopo essere stato strapazzato del Monaco si toglie la soddisfazione di regolare in volata il Fener, trovando in Papapetrou e soprattutto in Nedovic gli uomini chiave per invertire subito la tendenza di una stagione che era cominciata davvero male;e non può mancare la risposta degli eterni rivali dell’Olympiakos che si tolgono la soddisfazione di regolare il Real Madrid, che passa dall’impresa di settimana scorsa alla partita in ombra di stasera, facendo presagire una stagione che sarà ricca di alti e bassi, e dove servirà tutta l’esperienza di Pablo Laso per dare una rotta sicura alla corazzata madridista.
Lo stesso discorso vale per il Fener, team naturalmente da alta classifica e che adesso dovrà affrontare un grosso lavoro di rifinitura per potersi esprimere ai livelli che gli sono consoni.
E’ sicuramente Milano la squadra che, tra le protagoniste della scorsa Final Four sembra essere quella che in questo momento esprime il miglior gioco corale, figlio a nostro parere di un assetto difensivo già equilibrato e di un attacco con molte alternative e che, rispetto alla scorsa stagione sembra essere meno dipendente dagli estri dei singoli.
Il 78 a 64 col quale i milanesi hanno regolato il Baskonia nasce innanzitutto da una difesa solida e puntuale, e dalla capacità di giocatori come Shields di non essere solamente realizzatori, ma anche di sapersi mettere al servizio della squadra facendo le cose che servono per vincere, rimbalzi e difesa; nasce dalla forza e dalla duttilità di un giocatore come Devon Hall, altro elemento sottovalutato che sa trovare ogni volta la maniera di essere utile, ed anche da un ritrovato Delaney, a torto troppo criticato dal loggione del tifo che dimentica la serie di problemi fisici che lo hanno tormentato.
Il solo Fontecchio, ed un Baldwin nervoso e a volte sopra le righe non bastano ad inquadrare per il verso giusto la serata del Baskonia, che pur evitando una scoppola come al Pireo deve capitolare in casa allungando una serie di esibizioni poco convincenti, in Eurolega come in Liga ACB.
Altra grande sorpresa è la Stella Rossa che ha espugnato Tel Aviv, alimentando anche i dubbi sulla reale consistenza del Maccabi, in cui solo Wilbekin ed il gettonaro Lessort sembrano essere all’altezza; ma qui vanno sottolineati i meriti degli indomiti serbi, guidati da un grande Nikola Kalinic, capace di vestire i panni da leader di una compagine che ha come prima caratteristica quella di non darsi mai per vinta: saranno, durante la stagione, un rebus di difficile soluzione per tutti.
Altra compagine che sta facendo decisamente bene è il Monaco, che passa a Kazan all’overtime,trascinata dal duo Mike James e Donta Hall, autori di giocate spettacolari ma anche di una solida difesa, ed inseriti in una squadra ben allenata e dal roster profondo, costruita per affrontare una stagione difficile ma con la consapevolezza di poter fare bene.
E se si può ritenere ordinaria amministrazione la vittoria dell’Asvel in casa dell’Alba Berlino, col solo Maodoo Lo a tirare la carretta tedesca, è interessante approfondire invece ciò che è successo in quel di Kaunas, dove la sconfitta casalinga contro lo Zenit è costata la panchina al coach dello Zalgiris, l’austriaco Schiller.
In questo caso ci sembra proprio una soluzione troppo “all’italiana”, in cui a pagare il conto e davvero in fretta è l’allenatore, mentre il pezzo pregiato del mercato , Mudiay, visto giocare sembra davvero un oggetto misterioso: magari in Lituania stanno vedendo su Netflix qualche serie ispirata ai migliori presidenti del calcio nostrano, vedi Zamparini……
Tornando alle cose serie, settimana prossima doppio turno, e doppie emozioni: non staccatevi mai dallEurolega!