Nell’antipasto del doppio turno apre le danze un grande Real Madrid che va a vincere sul campo dell’Asvel con una prova a tutto tondo fatta di solidità e di compattezza, e non basta ai francesi il solito Okobo, ormai realtà affermata nel basket europeo.
In realtà il segreto degli spagnoli, se di segreto si può parlare è proprio il fatto di essere squadra vera, tenuta insieme dall’esperienza dei suoi grandi vecchi e magistralmente diretta da Pablo Laso, ed il fatto di giocare senza mai forzare, sempre in controllo della situazione; ed il tasso di esperienza dei suoi grandi veterani riesce a gestire con tranquillità situazioni potenzialmente difficili, come lo è stata la partita in casa contro la Stella Rossa, che non ci stanchiamo mai di ripeterlo è sempre avversario da maneggiare con cura. Ed anche l’altra grande di spagna, il Barca, riesce a venire a capo di una partita davvero complicata col CSKA, in mezzo ad uno scambio di parziali importanti e con un ultimo quarto di assoluta potenza.
Mirotic risponde colpo su colpo ai russi, Jasikievicius infiamma pubblico e squadra e i catalani riescono a mettersi dietro nel punteggio i russi, che fino alla fine ci hanno provato, con un grande Voigtmann ed uno Shengelia tornato a buoni livelli. E nella successiva trasferta di Villeurbane contro l’Asvel il Barca va a prendersi il primato in classifica, in coabitazione col Real, vincendo di 20 su un campo importante, ma che in questa settimana è stato teatro delle scorribande spagnole.
E così le due corazzate di Spagna sorpassano in vetta Milano, una Milano strapazzata dall’Unics ( Messsina ha usato un’ espressione più colorita…) e che a Kazan non è stata mai veramente in partita, avulsa dal contesto, molle e senza idee, punita oltre ogni limite da O.J. Mayo, da Canaan a da John Brown che hanno colpito da ogni posizione e ci hanno messo decisamente più voglia e più energia; da segnalare un buon Spissu assist-man e l’infortunio di Mitoglou, che si è procurato la frattura del quinto metatarso del piede sinistro, a complicare ancor più le cose in quella che comunque è solo una giornata storta, cosa fisiologica a questi ritmi di gioco.
Ma è la sconfitta di san Pietroburgo, arrivata in fondo ad una partita giocata anche bene, a mettere un grosso punto di domanda su questa parte della stagione dei milanesi: è possibile tornare a giocare come la stagione scorsa, ovvero come squadra solo perimetrale, e sfruttando rotazioni che vanno a caricare di minuti i veterani?
Perchè è questo il vero quesito, se andare o meno sul mercato per cercare un sostituto di Mitoglou, oppure vedere i vari Mickey e Goudaitis, e tutti i lunghi avversari che verranno che fanno la voce grossa; e la risposta non può essere che bisogna fare il possibile per tamponare un emergenza che sta privando la squadra della sua bidimensionalità, esterna ed interna, dato che invece l’atteggiamento visto contro lo Zenit era quello giusto, ed anche lo sforzo difensivo c’è stato.
Grande prestazione e career-high per Scottie Wilbekin, che con 37 punti porta il Maccabi a superare un Monaco sempre equilibrato e concreto, ben sorretto dagli ispirati Bacon e Alpha Dialllo, ma che non riesce a trovare da parte dei suoi singoli, iniziando da Mike James acuti a sufficienza per rintuzzare l’ultimo quarto degli israeliani, che ritrovano anche un Ante Zizic in doppia doppia e finalmente incisivo.
Maccabi che poi va a perdere al Pireo, in quello che contro ogni pronostico si rivela essere il derby del quinto posto, e che vede un Olympiacos sempre più a suo agio nei quartieri alti della classifica, e sempre più saldamente avanti alla rivale di sempre, quel Pana che è riuscito nell’impresa quasi epica di far ottenere allo Zalgiris la prima vittoria, e che poi ha perso in volata a casa del Bayern dopo una partita quasi sempre condotta in testa ma buttata via nel finale.
Adesso i greens di Atene sono ultimi, in compagnia proprio dei lituani che addirittura hanno doppiato la vittoria battendo il Fener, sempre più un caso da studiare perchè ormai le sconfitte in serie non sono più episodiche, c’è un qualcosa che impedisce ai turchi di volare ai livelli che roster e tasso tecnico gli permetterebbero; anche a livello psicologico la batosta subita contro Milano potrebbe essere un peso anche evidente sul rendimento dei giocatori.
Dall’altra parte del Bosforo invece si sorride, con due vittorie in fila la classifica adesso si fa meno brutta,ed anche l’ultima larga vittoria sul Monaco ha visto l’Efes tornare pian piano a quel livello di gioco, e di efficacia difensiva che ne hanno fatto la migliore squadra dell’ultimo biennio, e con largo vantaggio sulle rivali.
E se nel confronto tra neopromosse il Monaco perde terreno in classifica, conseguenza di una campagna d’Oriente negativa, va segnalato il grande momento dell’Unics Kazan, che dopo l’impresa contro una spenta Milano ha regolato anche l’Alba Berlino, e si porta in piena zona playoff. Intensità, velocità ed anche grandi solisti sono le armi migliori dei russi, che li portano ad essere in classifica alla pari addirittura col CSKA, ancora altalenante ma capace subito di tornare alla vittoria sul campo del Baskonia: col recupero di tutti gli infortunati i moscoviti potranno tornare a recitare il ruolo da protagonisti che gli compete.
Intanto va segnalato che tutte e tre le squadre russe sono in zona playoff, e che la prima tra queste non per caso è lo Zenit, squadra solida e concreta come poche altre.
Proprio quella solidità e concretezza che in da adesso in poi sono più che mai necessarie nel prosieguo di una stagione difficile e complicata come solo l’Eurolega può offrire.