Il derby che non ti aspetti è la notizia più importante del turno 15, con la matricola Unics Kazan che vince in casa del CSKA grazie ad una superba difesa nel secondo quarto e, con la contemporanea vittoria dello Zenit sul campo di un sempre più enigmatico e lunatico Asvel forma una troika tutta russa al quinto posto, record di 9 a 6 e tutte in zona playoff: la Russia degli oligarchi viaggia a tutto gas ( e petrolio…. ) e può mettere in campo risorse importanti, tecniche ed economiche, che poi fanno giustamente classifica.
Anche una squadra che si affaccia all’Eurolega come Kazan riesce ad avere una solidità di progetto davvero consistente, e questo blitz moscovita ne è la conferma; invece per il CSKA è arrivata una sconfitta pesante nei termini ed anche per il morale, visto che va ad interrompere una striscia positiva di quattro partite.
Per restare in zona, nel derby delle difese almeno rivedibili il Monaco, fresco di cambio di coach va a vincere in casa del sempre più triste Zalgiris, fanalino di coda condannato proprio dai suoi evidenti limiti nella propria metà campo; non è che il buon Sasha Obradovic , neo coach del Principato possa essere molto più contento della sua difesa, anche se si può consolare con un Mike James assist man d’eccezione ( 14, career high ) e momentaneamente in pace con se stesso e con il resto del mondo.
La situazione per i monegaschi cambia due sere dopo, quando riceve uno Zenit che completa la sua campagna di Francia vincendo anche sul parquet della Salle Gaston Medecin, infliggendo al Monaco una lezione di difesa nel primo quarto, subendo il ritorno del Roca Team nel secondo ma poi andando a vincere senza troppi affanni nel finale, quando il gap di esperienza e di organizzazione di squadra si fa evidente: privo di giocatori individualmente portati a difendere, urge davvero che il Monaco trovi una difesa di squadra a livello buono, altrimenti si fa notte fonda.
E per finire con lo Zalgiris, altra sconfitta davvero umiliante a Kazan, con soli 53 punti segnati che sono un manifesto di crisi tecnica e mentale, un vero e proprio schiaffo alla storia e alla tradizione lituana.
Bene il Barca, che passa a Belgrado dovendoci mettere anche tanto impegno,perchè il livello di gioco e di intensità della Stella Rossa non cala mai,e si conferma poi espugnando Oaka; e bene il Real Madrid che strapazza l’Alba Berlino, anche se il problema grosso dei madridisti è il Covid, che li farà giocare a Milano in formazione rimaneggiata.
Olimpia che con un secondo tempo difensivo perfetto liquida un Pana che è davvero poca cosa, penultimo, privo di mordente e di gioco, che non riesce a reggere l’urto quando Milano alza l’intensità sui due lati del campo.
Ma il vero clou di questo doppio turno settimanale va in scena al Forum, con lo scontro di vertice tra AX Armani e Real Madrid, una partita finita a fil di sirena con la vittoria madridista, e che ci lascia alcune considerazioni in eredità, oltre al grande dubbio sulle condizioni di Shields, che probabilmente dovrà finire sotto i ferri dopo il contatto con Rudy Fernandez all’ultimo minuto, contatto secondo noi di gioco e che ha generato una serie di polemiche social anche inutili e stucchevoli.
Milano perde una partita nella quale in realtà cede un solo quarto, il secondo, che la vede soccombere per 8 a 17, e così si mette in condizione di dover sempre inseguire, avendo contributo pressochè nullo da Tarczewski, con Bentil a volte in difficoltà: inseguimento che arriva alla fine senza riuscire a concretizzarsi per la grande condizione fisica e mentale del Real, che ha mostrato una solidità impressionante.
La partita giocata dai madridisti a Milano è a nostro parere impressionante per continuità, per capacità di controllo, per il coraggio mostrato dal vice Mateo ( Laso era bloccato dal protocollo Covid ) nel mettere in campo il diciassettenne Nunez, dandogli minuti importanti, per la profondità e la qualità del roster, dove hanno brillato i francesi Causeur e specialmente Yabousele, che ci ha colpito per la capacità di gioco, di adattamento e per i mezzi fisici davvero particolari.
Per essere del tutto chiari, non è stato determinante l’impatto dei temuti Tavarez e Poirier; anzi, la vittoria del Real è stata di squadra nella sua migliore accezione, e questa è squadra che andrà fino in fondo, senza dubbio alcuno, nè tecnico nè di tenuta fisica.
Per Milano si può dire solo che perdere di due punti, con l’ultimo tiro di Delaney che danza sul ferro all’ultima tripla non è segno di debolezza ma di essere, anch’essa, squadra pronta ad andare fino in fondo.
Segnali di vita dalla Turchia, con Efes e Fener che iniziano a dare continuità alle prestazioni buone ma altalenanti che finora le hanno contraddistinte, e che finalmente iniziano a rivedere la parte alta della classifica, mentre l’Olympiacos mette a segno un altra doppietta di vittorie e si conferma squadra da piani alti; al contrario si aggrava la crisi di risultati e di gioco dell’Asvel, che sembra la copia sbiadita della squadra brillante di inizio stagione.
E adesso, vicini alla boa di metà campionato, è il momento di dare continuità ai risultati, perchè la corsa ai playoff è ufficialmente aperta.