Signori, giu’ il cappello al cospetto del Real Madrid, una squadra decimata dal covid 19, che schiera 6 giocatori senior e 3 ragazzini classe 2004 e riesce a battere il CSKA, gioca una partita irreale per intensità, coraggio, fantasia e alla fine si porta a casa l’intera posta oltre che lo scalpo dei russi.
Partite così occorre avere il coraggio feroce direi prima anche solo di immaginarle, e poi di giocarle davvero, contro una vera e propria corazzata come il CSKA, riuscendo ad imporre prima del gioco la mente, la voglia, quasi la forza della disperazione, le scelte di esordienti assoluti che però sorretti da veterani di infinita esperienza vanno in campo e lottano senza problemi.
E’ inutile e fuorviante parlare di “miracolo di Natale”, o di argomenti tecnici, di analisi e commenti: qui ha vinto che voleva vincere, e ci ha creduto contro ogni logica e calcolo, e alla fine ha avuto ragione, mettendo anche un ipoteca pesantissima sul futuro, perchè almeno in Spagna i giovani ci sono ed hanno il coraggio di metterli in campo ( nessun confronto con casa nostra,per carità ).
Continua la corsa in vetta del Barca, che ha bisogno però di un supplementare e di una rimonta incredibile per avere ragione dell’Unics Kazan, che al Palau ha messo in mostra una bella pallacanestro, con John Brown in evidenza ed un gesto improvvido di Isiah Canaan che sul più 15 per i russi finisce per caricare i catalani che rimontano, guadagnano il supplementare e vincono una partita nella quale hanno visto legioni di sorci verdi, tutti con la maglia di Kazan.
Sotto osservazione anche il fischio che alla fine dell’ultimo quarto manda in lunetta Mirotic per i tre liberi che portano al pareggio e all’overtime, perchè purtroppo è sempre più evidente che alcuni arbitraggi non sono più adeguati al livello di gioco dell’Eurolega, e questo è un fatto che può condizionare la regolarità di un campionato: l’errore è sempre umano, ma è chiaro che se il presupposto è una classe arbitrale inadeguata allora le conseguenze sono peggiori di una semplice decisione sbagliata.
Per restare in Russia, vittoria col cuore in gola per lo Zenit, che dopo aver tenuto sempre il Maccabi ad una decina di punti di distacco crede di aver vinto, stacca le mani dal manubrio e solo il suo Billy Baron in versione chirurgica gli evita la peggiore delle beffe proprio sul finale; Maccabi che infila la settima sconfitta di fila ma che almeno stavolta lotta con grinta e ci prova fino alla fine, con un Reynolds in grande evidenza e dando l’impressione di essere perlomeno una squadra viva.
I russi sono comunque ampiamente in zona playoff, ed eccetto la sbavatura di oggi che gli stava per costare cara giocano una pallacanestro sempre concreta e redditizia, con pochi fronzoli e molta sostanza, e saranno sicuramente presenti nei momenti che davvero contano.
Un altro team che sta risalendo la corrente, anche se a volte con fatica è l’Efes, che supera 84 a 83 una sempre positiva e volitiva Stella Rossa, che anche lontana da Belgrado inizia a fornire prestazioni positive e di sostanza.
Per i turchi della sponda europea del Bosforo sembra vicino il momento del ritorno al livello delle scorse stagioni, quando da gennaio in poi si innestava il turbo e si passava allo status di squadra pressochè impossibile da affrontare.
Sconfitta al fotofinish per l’altra turca, il Fener, che interrompe una striscia di 4 vittorie consecutive sul campo di un Asvel che finalmente può tornare a sorridere dopo una vittoria di fronte al suo pubblico, dando anche la sensazione di aver superato quel momento di appannamento non solo fisico che ne aveva condizionato il rendimento dopo un inizio veramente brillante e che faceva intravedere ben altri livelli di gioco e rendimento.
Ad Oaka è andato in scena il derby di Atene, vinto senza troppi patemi d’animo dall’Olympiacos che ha regolato 84 a 65 un Pana sempre più sbiadita versione di quella squadra che fino a pochissimo tempo fa faceva la voce grossa su tutti i campi europei; sicuramente la crisi greca ha tagliato in modo drastico le risorse, ma qui probabilmente ci sono fattori diversi in gioco, perchè nello stesso contesto l’Olympiacos riesce a gestire ed ottimizzare meglio le sue risorse, anche se rimane la nostalgia per quello che era uno dei derby più infuocati d’Europa e che adesso invece sembra vivere molto di ricordi.
E la più classica partita dell’ex è quella che fa Wade Baldwin a Monaco di Baviera, per spingere il suo Baskonia in versione rimaneggiata ad una vittoria davvero pesante, e per spingere il Bayern dentro una crisi vera e propria, perchè giunti a metà torneo le prestazioni fornite non sono certo all’altezza della squadra brillante e forte della scorsa stagione, e la zona playoff è sempre piuttosto lontana, specie se continuerà questa poca costanza di rendimento: serve che coach Trinchieri individui i correttivi giusti e corra velocemente ai ripari, pena l’esclusione dalla fase finale.
Sorride invece l’altra tedesca, l’Alba Berlino, che di esperienza e con pazienza regola un AS Monaco che è solo Motiejunas e Mike James, lasciati troppo soli da compagni che stavolta hanno offerto pochissimo contributo, caricando tutto il peso dell’attacco sui due veterani che hanno risposto con una prova maiuscola, ma che poi se non viene supportata da una difesa perlomeno decente è inutile.
Il nuovo coach monegasco Sasha Obradovic rischia già di perderci il sonno….
In mezzo a tutti questi avvenimenti, Zalgiris AX Milano non è stata giocata per la nota vicenda della positività al covid 19 di 6 tra giocatori e membri del gruppo squadra del team milanese, che è stato posto in quarantena dall’ ATS di Milano fino al 27 gennaio.
Risparmiandoci tutte le polemiche sorte sui social italiani, visto che gli esperti di facebook non possono revocare le scelte delle autorità sanitarie, quello che in casa milanese preoccupa davvero è la situazione infortuni, con Mitoglou lungodegente e Shields fresco di operazione, Datome fuori per un mese e il Chacho con problemi di fascite plantare: gestire questo momento di sfortuna particolarmente concentrata sarà un bel problema per lo staff tecnico, ma va anche detto che i roster lunghi servono per queste emergenze: per spiegare meglio il concetto, vedi l’inizio di questo articolo e come ha reagito il Real Madrid ad una situazione simile.
Perchè tante volte occorre volere le cose, e fare uno sforzo supplementare per andare avanti.