E’ una 8° giornata di Legabasket “dimezzata” per via dei rinvii causa i focolai di COVID-19 che stanno affliggendo ormai le diverse Società di Serie A1. In questo turno di Campionato, causa tanti ‘positivi al tampone’ tra atleti e dirigenti, sono rimaste a casa Venezia, Fortitudo e Virtus Bologna, Cremona, Trieste, Pesaro, Reggio Emilia e Treviso.
Però, nonostante tutto, questo weekend ci ha dato ulteriori conferme su alcune formazioni (Brindisi) e la crescita di altre tipo Trento, che vince e convince; mentre continuano le “Via Crucis” per differenti motivi, di Roma e Brescia. Con quest’ultima capace di subire ben sette sconfitte consecutive.
SASSARI – BRINDISI 87 – 100
La squadra pugliese ci dà un ulteriore conferma di come sia costruita bene, il che testimonia tutta la competenza del duo Vitucci – Giofrè capaci di rivoltare come un calzino un roster come quello dello scorso anno, che tante soddisfazioni stava dando prima dello stop causa pandemia. Anche nella trasferta insidiosa di Sassari la squadra biancoblù ha dimostrato di poter sopperire anche con la panchina all’assenza di un uomo importante come Willis. Udom e Visconti sono stati i veri valori aggiunti che hanno permesso alla banda Vitucci di tenere sempre un elevata qualità di gioco. La capacità di allargare il campo con ottime spaziature, permette spesso ai vari Thompson, Bell e Harrison di giocare l’unoi contro uno e nel contempo stesso, di coinvolgere i compagni in base alle diverse letture che di volta in volta le difese avversarie propongono. Nella gara in terra sarda oltre all’importante vittoria si è notata anche una spiccata personalità di tutto il roster, una crescita importante delle seconde linee che ha consentito a Bell e soprattutto ad Harrison molto meno forzature dal campo e una qualità nelle scelte dei tiri ad alta percentuale. Il resto lo ha fatto un Thompson sempre più decisivo nei momenti che contano, ed una difesa di squadra sempre affidabile nonostante il piano partita di coach Pozzecco che era proprio quello di portare palla sotto le plance per sfruttare al massimo le caratteristiche dei propri lunghi e l’assenza di Willis.
CANTU’ – MILANO 71 – 89
L’inizio della gara al Pala Desio ha fatto onore ad una Cantù che veramente ha buttato come si suon dire il “cuore oltre l’ostacolo”. E lo ha fatto anche con un ottima qualità mettendo a referto 44 punti nei primi due quarti, con coach Pancotto che a livello tecnico-tattico ha preparato veramente bene la gara. Gli ‘aiuti e recupero’ della difesa meneghina hanno spesso pagato dazio grazie a giochi ‘alto-basso di ottima fattura, fatti dal trio Smith-Leunen-Kennedy che spesso hanno punito i lenti recuperi di un K.Hines non sempre perfetto come in altre occasioni. L’ AX Armani Milano ha chiuso il pitturato con le rotazioni degli esterni, ma le letture dei brianzoli e gli scarichi sul perimetro nelle prime due frazioni sono state pressochè perfette; fattori incoraggianti per il proseguo del campionato canturino. Ma come accade ormai in quasi tutte le gare, quando gli uomini di coach Messina schiacciano sull’acceleratore, per gli avversari è notte fonda (a parte l’ottima prova di Rodriguez letale dall’arco dei tre punti). Infatti nei secondi 20′ la difesa degli ospiti è nettamente salita per intensità fisicità e velocità di esecuzione, la pressione sulla palla i veloci aiuti e recupero e il lavoro sulle linee di passaggio ha portato spesso Cantù a giocare fuori dalla sua ‘confort-zone’, con Milano che è volata via nel punteggio gestendo il ritmo della gara nel quarto periodo, anche grazie al buon apporto del duo Biligha e Cinciarini.
BRESCIA – TRENTO 73 – 80
La squadra di Enzo Esposito non sa più vincere. Anche ieri nonostante un ampio vantaggio da gestire, alla distanza ha dovuto alzare bandiera bianca contro una Trento mai doma ed in netta crescita. La squadra bresciana ha palesato oltre ad una cattiva gestione della gara, anche dei limiti strutturali importanti nel reparto lunghi, dove i vari Ristic, Sacchetti e Burns lontano dal perimetro, palesano enormi difficoltà in termini di agilità, fisicita’ e tempi di aiuto spesso a corrente alternata. Moss non è più il giocatore di qualche anno fa, mentre Crawford sembra la copia sbiadita di quando giocava da Mvp a Cremona. Nella gara di ieri complimenti ad una Trento capace di giocare ad altissimo livello la 4° gara nel giro di una settimana; un vero tour de force dove la banda di coach Brienza ha dimostrato di essere una brutta gatta da pelare per chiunque (e la gara al Forum di qualche settimana fa lo ha dimostrato). L’ atipicità di tanti giocatori che giocano molto senza palla ed in funzione spesso del compagno, si sta rilevando un rebus difficile da risolvere per gli avversari. Anche ieri nonostante l’assenza sotto le plance di Williams la squadra bianconera ha sfornato un altra ottima prestazione con un quintetto da banda bassotti con i vari Martin e May a fungere da falsi pivot, con Sanders, Morgan e Browne sul perimetro; ma la cosa che più balza all’occhio è la completezza di quasi tutti i componenti del roster di saper giocare in tutte le zone del campo.
VARESE – ROMA 98 – 88
Varese rompe di nuovo il ghiaccio dopo quattro sconfitte consecutive, tornando alla vittoria contro una Virtus Roma che a Masnago è arrivata veramente con un roster ai minimi termini. Un occasione che gli uomini di coach Bulleri non potevano farsi scappare. Ci saranno occasioni più probanti per vedere ulteriori miglioramenti, ma la presenza di Morse nel quintetto da di sicuro più equilibrio, fisicità e dinamicità nella fase difensiva, ed un’ulteriore opzione in attacco sotto le plance, un post basso che Varese nelle prime sette gare non ha mai praticamente usato, abusando spesso con le conclusioni dall’arco (prima squadra del campionato per tentativi da 3 punti). Della Virtus Roma ci sarebbe da scrivere un capitolo senza fine, dopo le note vicissitudini di questa estate quando il presidente Toti in extremis ha salvato il Club dalle già note difficoltà finanziarie. La squadra già ridotta all’osso per diversi motivi, infortuni in primis (Evans tutto l’anno a cui si è aggiunto G. Robinson) e’ arrivata a Varese anche senza Dario Hunt, pronto a citare per vie legali la Società in ritardo con gli emolumenti di Settembre. Il tutto a rendere veramente impossibile la vita dal punto di vista tecnico-tattico, al coach Piero Bucchi costretto a buttare nella mischia due ragazzini della juniores del vivaio giallorosso. La gara è durata praticamente due quarti, dove ovviamente non c’è stata partita, anche se i numeri e il risultato finale sembrano dire altro.