Il turno 33 di Eurolega definisce le Top 8 del torneo, le squadre che disputeranno i playoff dopo che la classifica è stata rivoluzionata con l’esclusione delle tre compagini russe, a seguito dei drammatici eventi bellici in Ucraina.
Per la prima volta in Eurolega e subito ai playoff: AS Monaco centra un traguardo prestigioso e storico, un anno dopo la vittoria in Eurocup, un traguardo che a dicembre sembrava pura utopia, e lo fa legittimando in pieno i suoi meriti andando a sbancare un Forum allibito dall’aver visto un AX Armani senza energia venire strapazzata dai monegaschi.
Guidato dall’ex di giornata Mike James, il Roca Team rimonta dal meno 11 e piazza un parziale di 20-1 che lascia tramortita Milano, priva del suo punto di equilibrio Melli e di Mitoglou positivo al doping, ma che in tanti suoi giocatori manca di energia e lucidità per reggere l’impatto fisico coi monegaschi, dominatori a rimbalzo e poi nel secondo tempo padroni del campo.
La squadra del Principato ha cambiato decisamente faccia e ruolino di marcia con l’arrivo del nuovo coach Obradovic, a dicembre, e non sarà una semplice comparsa in questi playoff, perchè roster e ambizioni sono di alto livello; Milano invece deve necessariamente ritrovare un equilibrio ed un livello di energie che le possano consentire di affrontare al meglio una serie che si prospetta comunque impegnativa.
Ritorno storico quello del Maccabi, assente al ballo finale dal 2015,che stacca il biglietto per la post season grazie al “default” russo e con la facile vittoria sul malcapitato Asvel, davvero l’ombra della squadra ambiziosa e sfrontata di inizio stagione e che è chiamata a rivedere molto nel suo approccio a questa competizione.
Gli israeliani saranno avversario ostico per chiunque, perchè arrivati a questo punto nulla hanno da perdere, e la loro mentalità impone di non arrendersi mai; quando poi si dispone di giocatori come Wilbekin le partite possono prendere sviluppi imprevedibili e tutto diventa possibile.
Anche l’Efes Istanbul arriva ai playoff, ma a nostro parere non ha più la presenza dominante delle scorse stagioni, la difficile sostituzione di Sanli, l’età media abbastanza alta di alcuni giocatori chiave sono fattori che hanno inciso sia sulla qualità del gioco espresso che sullo svolgimento della stagione, che è stata alquanto ondivaga e travagliata, prima di un risveglio primaverile che, unito all’esclusione delle russe ha riportato i campioni in carica in Top 8.
La sconfitta di Istanbul ha definitivamente azzerato le speranze residue dell’Alba Berlino, che comunque veniva da una stagione poco brillante e sostenuta da due soli giocatori, Maudo-Lo e Luke Sikma.
Spiace non vedere alla fase finale l’altra turca, quel Fener bersagliato da infortuni a raffica e che quasi mai ha potuto esprimere per intero il suo potenziale, e che quando ha potuto giocare a pieno organico ha sempre messo in mostra un ottimo basket.
Ultima a qualificarsi il Bayern, che spegne le ultime speranze della Stella Rossa e si presenta al gran finale non più come la squadra brillante della scorsa stagione, ma come un team passato tra infortuni pesanti e difficoltà davvero importanti e che è pronto a non regalare niente a nessuno: attenzione poi alla grande capacità di coach Trinchieri di preparare e giocare le partite decisive.
Una sola gara non aveva importanza per la corsa ai playoff, quella tra Baskonia e Zalgiris, vinta dai baschi in un match tra squadre di grande tradizione ma con un presente difficile e reduci entrambe da una stagione sottotono e frustrante, con due cambi in panchina che alla fine non hanno prodotto risultati e la sensazione di dover ripartire da zero o quasi per il futuro.
Sicure di essere tra le prime quattro, quindi col vantaggio del fattore campo, sono Milano, Barca, Real Madrid ed Olympiacos.
E a questo proposito, doppia amara trasferta greca per le Grandi di Spagna, col Real che giovedì cede di un punto ad Oaka, al cospetto di una delle peggiori edizioni del Pana che si ricordino, un Real che dopo un inverno splendido ha iniziato ad inanellare brutte prestazioni e risultati altalenanti, dando addirittura forza a voci insistenti di un possibile esonero di coach Laso, cosa che dovrebbe essere subito scartata come gossip e che invece in Spagna ha sempre più eco.
La Casa Blanca deve necessariamente trovare un punto di equilibrio e deve anche recuperare la sua brillantezza invernale, se vuole essere protagonista ed arrivare fino in fondo; altrimenti il rischio è che i suoi grandi veterani sentano troppo il peso degli anni senza trovare un supporto adeguato.
Anche il Barca cede nel match clou, opposto ad un Olympiacos che tira fuotìri dal cilindro un McKissic protagonista assoluto e si prende una vittoria di prestigio pur con le assenze di Sloukas e Fall, smentendo i pronostici iniziali e suggellando una stagione di altissimo livello, togliendo magari qualche dubbio ragionevole sulla sua tenuta alla distanza.
Per i catalani una battuta d’arresto che arriva alla quarta gara in una settimana, quindi una non-sconfitta se ragioniamo in termini di stagione lunga in stile NBA, e come ha detto coach Jasi un occasione di dare minuti ed esperienza anche a ragazzi della cantera.
Al momento decisivo, a Belgrado, il Barca ci sarà, e questa è una delle poche quasi certezze che abbiamo.
Come sempre l’augurio è che prima di arrivare a Belgrado, si arrivi alla pace.
Intanto godiamoci il prossimo,ultimo turno e la definizione degli accoppiamenti, e poi che le danze abbiano inizio!