La strada per Belgrado è stata lunga e difficile, ma adesso è il momento in cui bisogna lasciarsi alle spalle tutto e iniziare una nuova sfida che può portare ad alzare quel trofeo per il quale ormai sono rimaste solo quattro contendenti, pronte a dare vita a partite davvero intense e cariche di agonismo.
La prima semifinale è una delle sfide in assoluto più importanti e affascinanti del basket mondiale, è il Clasico di Spagna, l’eterno derby Barcellona contro Real Madrid.
Diciamo subito che questa partita non ha e non può avere pronostici, favoriti, e che tutto prescinde da analisi tecniche e tattiche, per trovare spiegazioni solo nella storia di due squadre che da sempre hanno la solo missione di vincere qualunque competizione cui partecipino; questa semifinale non sfugge alla regola del massimo equilibrio, e del fatto che nulla resterà intentato.
Se analizziamo il percorso delle due contendenti la cosa che più emerge è che chi aveva dominato la regular season, il Barca, ha poi avuto una serie playoff complicata e difficile fino a gara 5, contro un Bayern che in molte occasioni ha portato davvero a scuola i catalani, che hanno trovato salvezza solo in un roster infinito per quantità e qualità.
Viceversa, la Casa Blanca usciva da un finale di stagione tormentato, tra infortunati cronici, giocatori messi fuori roster o multati, ma questo non le ha impedito di infliggere un pesante 3-0 ad un Maccabi che era dato come squadra in piena ascesa e in una condizione fisica davvero brillante.
Dal punto di vista dei roster, la questione non si pone nemmeno, tanto è il vantaggio dei catalani in termini di profondità e di competitività; dove la questione si fa intricata è sulla gestione tattica delle gare, anzi della gara, perchè in una gara unica non esiste quasi mai il tempo per studiare le mosse avversarie, occorre reagire in maniera fulminea sperando di avere azzeccato la mossa giusta.
Qui il vantaggio è tutto per il Real, sia per la grande capacità e sagacia di Pablo Laso sia perchè se c’è un lato debole nel Barca questo è la non completa maturazione tattico-strategica di coach Jasi.
Trinchieri ed il suo Bayern lo hanno portato spesso a scuola, messo in difficoltà e costretto ad arrancare, e la vittoria della serie è arrivata dopo grossi patimenti.
Chiave di lettura possibile: la magnificenza del Barca contro la sagacia e la flessibilità del Real.
Forse un pochino meglio delineata è l’altra semifinale, tra l’Efes campione in carica e l’Olympiacos squadra solida e tetragona come non mai.
Dopo una regular season tormentata ed altalenante, la squadra di Ataman ha eliminato ai playoff una edizione di Milano troppo decimata da infortuni e disgrazie assortite per essere vera, mettendo in scena il solito devastante Micic-Larkin show, con un Pleiss ad alti livelli e poco più.
La dura legge dell’anagrafe non permette al supporting cast dei turchi di toccare i livelli di rendimento delle scorse stagioni, dando la sensazione di una squadra che può rendere a metà del suo potenziale, e che può andare in crisi se la partita inizia a farsi davvero tirata ed intensa.
Invece sono i greci dell’Olympiacos ad avere generato prima stupore e poi franca ammirazione in regular season, per passare poi un turno di playoff affatto banale contro un Monaco che ha dimostrato di non essere solo una squadra “balneare”, tutt’altro; la squadra di coach Bartzokas ha dovuto fare ricorso a tutte le sue doti per staccare il biglietto per Belgrado, dove arriva con una meritata fama di solidità e di squadra ottimamente organizzata.
L’Efes dei solisti contro La Squadra, volutamente maiuscola, con grandi giocatori che sanno mettersi al servizio del collettivo senza perdere le loro giocate individuali; qui è favorita la squadra greca, proprio in virtù della sua capacità di avere un gioco, una mentalità di gruppo in grado di assorbire anche le sfuriate dei fuoriclasse dei turchi.
Ben sapendo che tra quelli del Pireo ci sono anche giocatori micidiali quando si mettono in proprio, e che sulle due panchine siedono due profondi conoscitori del Gioco e di tutte le sue sfumature.
non ci resta che aspettare la palla a due……