Ci si mette anche il covid a scombussolare ancor di più la situazione in Eurolega, oltre alla grande tristezza per il perdurare della guerra col disastro umano che comporta.
AX Armani Milano-Bayern viene rinviata a data da destinarsi complicando un calendario già congestionato da rinvii e recuperi, e ci toglie anche il piacere della rivincita della serie playoff dell’anno scorso: indimenticabile il finale di gara 1, quell’ultimo alle alley hoop di Leday per decidere una sfida adrenalinica al massimo.
Non si sono giocate Unics-Maccabi, CSKA-AS Monaco e Fener-Zenit; da segnalare il caso del polacco Ponitka, dello Zenit, che dopo aver lasciato in un primo momento la squadra ha fatto poi ritorno a San Pietroburgo, salvo infine risolvere il contratto dopo aver ricevuto feroci critiche in patria, specialmente dall’ex NBA Gortat, che l’ha accusato di essere troppo individualista e, tra le righe, non abbastanza patriottico.
Lunedì 21 poi arriverà l’ufficialità di una decisione che sembra purtroppo inevitabile, ovvero l’esclusione delle squadre russe dal torneo,con tanto di classifica rivoluzionata.
E’ chiaramente una scelta dolorosa e che inevitabilmente falsa il torneo, perchè toglie di scena tre compagini che stavano meritatamente in piena zona playoff e che avrebbero tutto il diritto di giocare le proprie carte, ma in questo momento è la sola cosa che possa salvare il torneo presente e creare le condizioni per giocare in futuro ancora con squadre russe.
E questa giornata inizia con un Efes corsaro a Kaunas, in uno dei tanti momenti buoni che però alterna a troppe giornate di black out, non riuscendo più ad essere quel rullo compressore delle scorse stagioni, mettendo seriamente in dubbio la sua capacità non solo di difendere adeguatamente il titolo ma anche di arrivare ai playoff: con la prospettiva della mancanza delle russe la lotta si è fatta feroce e coinvolge anche squadre che sembravano ormai tagliate fuori.
Ma è al Pireo che l’Olympiacos domina il derby, ne mette 38 nel solo primo quarto e schianta un Pana ormai ridotto a fantasma, senza consistenza e senza spina dorsale, letteralmente spinto fuori dal campo sotto gli occhi di un atterrito Diamantidis, incredulo di fronte a tanta umiliazione.
Finale di 101-73, con un Fall dominante ed uno Sloukas sempre attento e preciso, ma è tutta la squadra del Pireo ad essere protagonista e ad imporre la sua legge, per issarsi al terzo posto, meritato ed avanzare una seria candidatura per essere a Belgrado, sede delle Final Four, dove a nostro parere potrebbe rivestire il ruolo di seria contender, non solo di mina vagante, per l’equilibrio del roster e la capacità più volte espressa di indirizzare le partite a proprio favore.
Vince anche il Real Madrid, sulle ali di un grande Rudy Fernandez, agonista senza età e senza fine, restando così al secondo posto ed avendo ragione di un Asvel che per tre quarti resta perfettamente in partita prima di cedere di schianto alla maggior completezza della Casa Blanca.
Finalmente dopo molto tempo abbiamo visto i francesi giocare una partita valida sia sotto il profilo tecnico che quello agonistico, anche se ormai il loro risveglio sembra essere tardivo e certamente non in linea con le ambizioni dichiarate dal proprietario Tony Parker.
Nel venerdì finale solo due gare, con due successi spagnoli, iniziando con un Baskonia che per una volta ha un sussulto d’orgoglio e supera per 85-68 un Alba Berlino sempre troppo alterna per poter essere una seria concorrente ad un posto in griglia playoff.
Vale per i baschi lo stesso discorso fatto per l’Asvel, un risveglio tardivo dopo una stagione di prestazioni a volte imbarazzanti, certo non in linea con la storia e la tradizione del Tau Vitoria, anche se in questo caso la porta per una speranza residua rimane aperta con l’esclusione dalla classifica delle russe.
Match clou di giornata quello giocato al Palau, dove il Barca deve comunque sudare le proverbiali sette camicie per superare una valida Stella Rossa, che parte benissimo fino al primo quarto, va sotto di 15 all’intervallo poi riesce a riportarsi in scia per cedere solo sul finale, 82-70, ma dando davvero l’impressione di essere squadra solida e ben messa in campo, col folletto Ivanovic e il veterano Kalinic a tirare il gruppo.
Il Barca continua a metter in mostra il solito Mirotic dominante, uno Jokubaitis ormai maturo ed in complesso una solidità invidiabile, che gli consente di giocare con serenità ed anche di assorbire le scenate di coach Jasi che il più delle volte paiono recitate ad arte per tenere alte attenzione dei giocatori ed anche del pubblico.
E da lunedì la griglia playoff potrebbe essere questa: Barca, Real, Olympiacos, AXMilano,Efes,Bayern,Maccabi e Monaco, con a seguire Stella Rossa,Baskonia, Fener e Alba, sempre tenuto conto di recuperi ed eventuali altri rinvii, per una volata finale sempre emozionante ed anche tanto enigmatica.