Impresa doveva essere e impresa è stata. Avellino asfalta la capolista Milano, agguantando Venezia al secondo posto. Di motivi per gioire coach Sacripanti ne ha a iosa, eppure non manca qualche (comprensibile) preoccupazione per ciò che il futuro riserva a questa squadra. Questa l’analisi del coach nel post partita:
“Bellissima partita, siamo partiti con grande energia. Credo che la cosa più importante sia stata quella di attaccare in maniera organizzata, con buonissime spaziature, e giocarci tutti i pick & roll con la palla dentro. All’inizio ci hanno aggredito parecchio ma nonostante ciò siamo riusciti a prendere buoni tiri. In difesa siamo riusciti a limitare tutte le situazioni in cui volevano punirci: peccato aver preso qualche canestro di troppo in contropiede ma era prevedibile che ad un certo punto l’intensità sarebbe calata.
Il pubblico? Quando c’è un calore del genere al Del Mauro è difficile per tutti giocare. Avellino l’anti-Milano? Non possiamo ragionare in maniera così presuntuosa: siamo pur sempre in situazione di emergenza, con l’assenza di Cusin e Ragland non al 100% (lo limiteremo nelle rotazioni per un po’ di tempo). A proposito di Ragland, avrei scommesso tutto che la partita contro Milano non se la sarebbe persa per niente al mondo, nonostante i dolori accusati ieri in allenamento: di rotto fortunatamente non c’è niente ma, insieme ai preziosi consigli del nostro staff medico, ha avuto grandissima tenacia. Obasohan è un giocatore che per certi motivi non è ancora pronto ma quando cerca di giocare mettendoci attenzione ed evitando errori bambineschi, la partita ce la cambia notevolmente: spero vivamente che questo lavoro di pulizia continui nel migliore dei modi.
Per quanto riguarda il mercato, in questo momento ci servirebbe un bel lungo ma non tanto perché senza Cusin non riusciamo a giocare, piuttosto perché siamo un po’ corti: se Obasohan, Randolph e Thomas sono sempre così siamo messi benissimo, ma nel momento in cui dovesse esserci un qualsiasi tipo di problema (5 falli, un raffreddore, ecc.) diventa difficile”.