4° Episodio 1″ parte : Davide contro Golia
Le luci e le emozione della partita contro l’Ignis Varese non si erano ancora dissolte che il
calendario ci pose sul cammino un’altra partita impossibile e questa volta in trasferta, a
Milano, contro il Simmenthal Campione d’Italia.
La gara in cartellone alla Fiera di Milano contro le mitiche Scarpette Rosse di Pieri e
Riminucci, la Juventus della pallacanestro; da non dormirci la notte per l’emozione e la
paura di una “impallinata”.
Solo la Virtus Bologna ne contrastava la supremazia (come oggi) ed alla fine degli anni
‘50 anche Varese di Patron Giovanni Borghi e la Pallacanestro Cantù di Allievi e Morbelli.
La partenza di Milano fu subito travagliata per l’assenza, causa lavoro e malattia, del
nostro Capitano Enzo Chiaria ed altri due dei nostri migliori giocatori: Si andava con un
ulteriore, pesante handicap da sopportare e la concreta possibilità di essere travolti.
Un viaggio in treno di 10 ore in 2^ classe.
C’era chi studiava (Vittorio Pomilio), chi pensava e ripensava a cosa fare (Tonino
Costanzo) ed io giovanissimo, zitto vicino al finestrino a contare gli alberi che fuggivano
via, ad ammirare le colline appenniniche e la pianura che ci portava alla Centrale di
Milano.
Il riscaldamento fu silenzioso, ma in ognuno di noi c’era la “ ferocia “ di chi vuol vendere
cara la pelle, non vuole farsi umiliare e tanto fu la mia sorpresa quanto Costanzo chiamo il
mio nome nel quintetto base (non è che dava già persa la partita ?).
Simmenthal sempre avanti ed in controllo e noi li a tener duro, qualche buona giocata, una
zona attenta, pronta sui rimbalzi ed a lanciare in contropiede il ragazzino, un po snobbato
dalla difesa milanese, finendo sotto di poco all’intervallo.
La ripresa inizia con una nostra fiammata, il riaggancio e poi mettiamo il naso avanti e lo
manteniamo fino al fischio finale (54 a 62), accolto dalla tribune con un incredulo silenzio
e poi un bell’applauso per tutti noi ed il solo Rubini che nasconde a fatica la sua
contrarietà per l’affronto.
All’uscita dal campo vivo un siparietto simpaticissimo e possibile solo a quei tempi.
Un vecchietto, mentre esco, allunga il suo ombrello e con il manico arpiona il mio braccio,
provocando una mia reazione, subito frenata davanti al sorriso del mio…..”aggressore”.
Mi sorride e con una carezza mi dice: bravo giovinetto, diventerai un campione (bella la
scenetta, ma un po azzardata la sua profezia).
Grandi festeggiamenti al Ristorante il Tirreno vicino alla Stazione, con la visita di Aldo
Giordani e poi nuovamente sul treno, 2^ classe, ma stavolta abilmente riordinato da Wagon
Lit, con i piccoli sulle retine portapacchi, i medi sui sedili ed i grossi a terra sui materassi
di borse e tute.
FONTE E ARTICOLO a cura di Sandro Spinetti