Con la finale giocata la scorsa domenica, conclusasi con la sofferta vittoria dell’EA7 Emporio Armani Milano, si è conclusa la 40° edizione della Coppa Italia della Legabasket Serie A. Molte le emozioni vissute in questa edizione che senza ombra di dubbio è stata una delle più equilibrate degli ultimi anni, con la squadra meneghina che ha dovuto soffrire non poco per portare l’ambito trofeo a casa. Molti gli spunti derivanti dalla quattro giorni che ha avuto una organizzazione molto diversa rispetto a quelle precedenti. In primis, grande novità di queste Final Eight è stata la scelta di un campo neutro, per di più in una location particolare come il polo fieristico di Rimini: a tal proposito il presidente della Legabasket Serie A Egidio Bianchi, nella press conference tenutasi un’ora prima della finale, si è ritenuto molto soddisfatto della risposta del pubblico, concretizzatasi con ben 15000 biglietti venduti e 246000 spettatori in tv (circa il triplo dello scorso anno), tutti dati precedenti alla finale.
In effetti, la scelta del polo fieristico come location ha consentito agli organizzatori di creare un ambiente unico e particolare, pensato per intrattenere tutti, dai più piccoli agli adulti, e permesso anche ai non tifosi o persone completamente estranee al basket di avvicinarsi a questo meraviglioso mondo e alle emozioni che esso contiene.
In particolare, ottima è stata l’organizzazione della fan zone, con la costruzione di stand messi a disposizione delle società delle squadre partecipanti per far conoscere il proprio marchio, le ricchezze delle proprie terre e vari articoli di merchandising delle squadre. Installati anche vari campetti lungo il percorso e un campo di Slamball, una variante del gioco della Pallacanestro. Ottima anche l’idea dell’organizzazione di rendere gratuiti gli eventi della gara delle schiacciate e del tiro da tre punti, in modo da avvicinare anche i non appassionati a quello che è stato pensato come spettacolo prima di tutto, sulla falsa riga degli stessi eventi organizzati nella massima lega americana, la NBA.
Bella e originale anche l’idea della presentazione delle singole partite con la riproduzione di una intro tridimensionale sul parquet che introduceva le varie squadre partecipanti, e l’intrattenimento del pubblico attraverso il tabellone principale, con kiss cam, freeze cam e dance cam. Infine, interessante anche l’organizzazione di discussioni con giornalisti e giocatori, che ha intrattenuto i tifosi della fan zone.
Ovviamente, a causa dell’inesperienza nell’organizzare un evento di tale portata in una struttura normalmente non pensata per ospitare competizioni sportive di alto livello e alla velocità con cui si è organizzato il tutto, si sono notati anche vari aspetti negativi. La pecca principale dell’organizzazione è stata la gestione degli ingressi: per l’accesso ai settori infatti era presente un unico ingresso, creando un’unica lunga fila di attesa che ha generato malcontento nei tifosi, così come carente è stato il controllo dei biglietti per l’accesso ai vari settori che non avevano numerazione, cosa che ha portato a disagi e ingressi anomali in alcuni settori piuttosto che altri. Carenti sono state anche alcune misure di sicurezza, con controlli non sempre puntuali e alcune uscite di emergenza chiuse da lucchetti.
Nonostante l’imprecisione in questi dettagli, riteniamo che Rimini, nella fattispecie Rimini Fiera, è stata la location ideale per far confluire tutte le tifoserie provenienti da tutta Italia, e la scelta di un campo neutro è stato un ottimo veicolo promozionale per avvicinare più persone al basket e al suo mondo, cosa, come già detto, favorita anche dall’impeccabile organizzazione della Fan zone che ha intrattenuto il pubblico. Un’organizzazione migliore in alcuni aspetti e dettagli precedentemente descritti potrebbe rendere perfetta anche nei contenuti una manifestazione che, in quanto a idee, è già ottimale.