Nel post finale di Supercoppa 2016 coach Stefano Sacripanti è intervenuto ai microfoni della sala stampa per fare il punto della situazione riguardo la partita appena disputata. Ecco un estratto delle due dichiarazioni proposte dalla Redazione di Stream Basket:
“Squadra più forte di noi, che ha vinto meritatamente: c’è da prendere atto di questo e cercare di mettere quest’esperienza a frutto per il futuro. La cosa più sbagliata è quella di non vedere la possibilità di poter vincere, non dico per vincere lo Scudetto perché Milano è imbattibile, ma almeno migliorare a partire da oggi e ridurre il gap che c’è tra noi e loro.
In certi momenti non eravamo organizzati: Fesenko ha fatto un allenamento e mezzo (durante il quale si è anche fatto male), Obasohan è appena arrivato… ci sono molte difficoltà dal punto di vista tecnico; sulla carta abbiamo provato mille cose ma sul campo quando trovi una squadra così fisica, si fa sicuramente molta fatica. Quando limeremo tutte le ingenuità e gli errori fatti, potremo arrivare a giocarci questo tipo di partite.
Siamo stati poco cattivi nei primi 20’, dove i 10 punti di svantaggio sono stati più per demerito nostro che per merito loro; dopo, nell’arco dei 40’, i giocatori di Milano sono stati nettamente superiori da tutti i punti di vista. Anche noi abbiamo fatto delle belle cose, i tre esterni nuovi si sono battuti in queste due giornate con tanto vigore… aspettiamo di recuperare Fesenko e di giocare una pallacanestro più congeniale alle nostre caratteristiche. Malgrado l’amarezza, ci siamo battuti bene e abbiamo fatto vedere che vogliamo essere protagonisti anche in questo campionato. C’è anche da dire che abbiamo giocato a casa loro, ci sono tanti fattori da considerare, ma si sono viste anche tante cose buone e quando troveremo la giusta misura coi lunghi, penso che potremo fare molta strada ed avere ampi margini di miglioramento.
Prossimi obiettivi? Intanto pensiamo alla prima partita. Per la prima volta ci alleneremo in 10, dobbiamo necessariamente ripartire dai nostri punti deboli e concentrarci sul primo avversario, che è molto molto forte. Dobbiamo arrivare ad avere un’identità precisa, con solidità difensiva“.