Non accenna a fermarsi l’orrore della guerra, e le sue vicende tragiche hanno ripercussioni anche sul mondo dello sport.
Sport che tra sanzioni a vario titolo ed esclusioni sta vivendo un momento di rivolgimento totale.
Iniziamo dall’immagine più bella, quella del Palau a Barcellona dove Borys Rizhyk, arbitro ucraino, è al centro del gruppo di arbitri, giocatori e tecnici.
Regge uno striscione dove c’è scritto stop the war, e che meglio di tutti rappresenta il pensiero di noi appassionati di basket.
Ricordiamo che comunque su tutti i campi la richiesta di pace è stata portata avanti da addetti ai lavori e pubblico.
Sono inoltre arrivate nuove decisioni di Eurolega, che ha deciso di sospendere dall’attività per un mese le tre squadre russe.
La possibilità concreta è che debbano terminare la stagione senza poter più giocare ed andare ai playoff, determinando così un vero e proprio ribaltone in classifica.
A questo si aggiunge la vera e propria diaspora di giocatori non russi che stanno lasciando CSKA, Zenit e Unics per allontanarsi da un Paese comunque in guerra.
Mettere al sicuro le famiglie ed eventualmente accasarsi già altrove, come fatto dal nostro Daniel Hackett che ha firmato per la Virtus Bologna.
V nere che hanno messo tra i suoi obiettivi Shengelia, anche lui in uscita dal CSKA.
Per questo non sono state disputate Unics-Asvel, Maccabi-Zenit e Real Madrid-CSKA.
L’ultimo match che molto avrebbe potuto dire sul momento di flessione dei madridisti, che ormai dura da oltre un mese.
Ma in realtà questo turno 28 è iniziato all’insegna di una delle partite più emozionanti e cariche di stimoli di tutto il torneo.
Il derby del Bosforo, tra la sponda europea Efes e quella asiatica Fener, e la partita non ha certo deluso le aspettative, anzi!
Partito a razzo, con un Micic formato MVP, l’Efes ha costruito un dominio totale nel primo tempo, tenendo il Fener sempre sotto.
Alla fine un imperioso Beaubois chiude la partita con una serie di triple che tagliano le gambe al Fener e stroncano la sua rimonta.
Nel mezzo nel frattempo abbiamo visto il Fener recuperare con infinito orgoglio, seminare prima dubbio e poi scompiglio nella macchina perfetta di Ataman.
Il vecchio De Colo e il ragazzino Hazer, giovane prodotto della lega turca cui coach Djordjevic sta dando minuti importanti .
Una fiducia, ampiamente ricambiata in campo, e che ne fa a nostro avviso uno dei migliori prospetti europei della sua generazione.
La partita clou del Palau, dove un Monaco bello per metà prima va sotto di 16 e poi rimonta fino ad arrivare in vantaggio contro un Barca che finalmente trova il vero Dante Exum .
Barca che ritrova Nick Calathes che diventa il primo assist man della storia moderna di Eurolega, e vince una partita che aveva seriamente rischiato di perdere.
Vince in virtù di una maggiore esperienza di squadra, di una maggiore e diversa abitudine a giocare questi tipi di finali ed anche di un roster di una lunghezza imbarazzante.
Il solo ostacolo che può trovare sulla sua strada il Barca è il calendario.
Intasato oltre ogni linite e che proporrà ai catalani di giocare un giorno sì ed uno no nel prossimo mese.
Imponendo ritmi da NBA ma esigendo un intensità che non ha paragoni, almeno in regular season.
Per il Roca Team c’è la consapevolezza di essere in zona playoff in presenza delle squadre russe, e di stare giocando una stagione vincente, e questo nell’anno del debutto.
Continua invece la crisi del Baskonia, ancora una volta sconfitto , seppure alla fine di una partita sempre giocata in equilibrio.
Esce da Belgrado a mani vuote al cospetto di una Stella Rossa che dopo la vittoria in Coppa di Serbia ( Coppa Korac, nome che apre un enorme libro dei ricordi )ha fatto un iniezione di autostima enorme e che adesso sta esprimendo una bella pallacanestro.
E nell’ultima partita del giovedì l’Alba Berlino regola lo Zalgiris, che stava ritrovando un minimo di gioco e risultati.
Lituani che vincono a casa del disastrato Pana, che è stato protagonista anche venerdì del match casalingo contro Milano, terminato con un altra sconfitta per 75 a 76.
Diciamo subito che la partita di Oaka ha regalato poche emozioni, tranne che sul finale.
Vissuta quasi sempre sotto il controllo milanese, una gara in cui l’Armani ha gestito ritmi di gioco ed intensità a suo piacimento.
Ormai Milano ha una precisa identità, fatta di ritmo basso, di bassi punteggi, di supremazia e di una difesa costante.
Di giocatori capaci di dare quando serve un contributo vincente, attingendo in alcuni casi ad un bagaglio di esperienza stellare.
Solidità è la parola che definisce meglio di tutte la Milano di oggi, Belgrado, nuova sede delle Final Four è l’obiettivo minimo sindacale di questo gruppo.
E a proposito di solidità, l’Olympiacos che passa in casa del Bayern è un ulteriore esempio di cosa possa fare una squadra magari senza troppe stelle.
Ma concreta e tetragona, un ostacolo sempre più credibile sulla via di Belgrado per molte contendenti con nomi magari più altisonanti ma meno concrete.
Concludiamo facendo i migliori auguri di printa guarigione a Nick Weiler-Bebb, guardia bavarese vittima di un pauroso incidente con commozione cerebrale .
Un altra tegola sul Bayern che già l’anno scorso ha vissuto il dramma di Zipser.
E finiamo chiedendo , invocando ancora pace.