La Casa Russia è un bellissimo romanzo di John Le Carrè, in cui uno stralunato editore diventa spia suo malgrado,ma è anche il posto in cui in questa Eurolega si giocano le partite più importanti, ed anche quelle più interessanti da raccontare.
A Kazan, città persa tra Mosca e gli Urali si gioca il derby di Russia più improbabile, dati i presupposti storici delle due contendenti, ma anche quello con più valore tecnico e di classifica: e diremmo a sorpresa il CSKA va ad espugnare il campo della matricola terribile Unics, tornando per una sera ad impersonare ruolo e filosofia dell’Armata Rossa del tempo che fu, imponendo la legge dell’esperienza e dell’enorme peso specifico della personalità del suo roster
E in questo clima di revival storico non poteva mancare la resurrezione dello zar Shved, 27 punti di leadership e di dominio su una partita sempre in bilico, con Itoudis sull’orlo di una crisi di nervi e Perasovic livido di rabbia, con un Hezonija furioso dopo due triple annullate dall’istant replay, e col ritorno di Clybourn in campo dopo un lungo stop.
Non una vittoria scintillante,anzi una vittoria “sporca”, ottenuta di forza e volontà, e che vale molto più di quanto dica la classifica, perchè testimonia la forza di questo gruppo che va ad imporsi su un campo dove poco fa era caduto sua maestà il Barca; mentre la seconda sconfitta in fila nulla toglie alla bella stagione dell’Unics, anche se nel recupero di Madrid la sconfitta era stata con ampio scarto, e dopo una partita davvero giocata con troppa mollezza.
E per restare in zona, a San Pietroburgo lo Zenit riprende la sua marcia silenziosa e concreta battendo un Efes che ormai da troppo tempo continua ad alternare cose buone a prestazioni enigmatiche, con la grossa difficoltà di inserire il giovane centro serbo Petrusev che diverse fonti indicano sul piede di partenza e con un gioco che non riesce più ad essere quello delle ultime stagioni.
In realtà anche al Pireo non stanno troppo bene, visto che l’Olympiacos non ha ancora ottenuto una vittoria nel 2022 e che la Stella Rossa è andata a cogliere una bella vittoria mai in discussione, a nostro parere, perchè il controllo della gara è sempre stato in mano ai serbi che non hanno mai perso il controllo delle operazioni.
Per la squadra di Bartzokas è forse un brusco atterraggio sul pianeta della realtà dopo un periodo di grande brillantezza e di percentuali da tre sfavillanti: c’è il tempo per correre ai ripari anche se alle spalle sono molte le squadre che hanno decisamente cambiato marcia ed inseguono la zona playoff.
Per le prime tre in classifica sono arrivate tre vittorie, anche se molto diverse per difficoltà e carica emotiva.
Milano batte lo Zalgiris, 65 a 58, in fondo ad una partita certo non bella e dove il solo merito è appunto vincere, il tutto in controllo e finalizzato a massimizzare il risultato in un momento in cui il calendario è affollato ,pieno di impegni insidiosi e il primo obiettivo è non accumulare stanchezza o infortuni che possono pesare sul resto della stagione: settimana prossima prima si va a Belgrado e poi arriva il Fener, impegni belli tosti sotto ogni profilo, quindi si cerca di risparmiare dove si riesce, con la memoria al cappotto subito in finale scudetto.
Stesso discorso per il Barca. che vince passeggiando su un Asvel che era partito davvero in quarta e che adesso si sta progressivamente sgonfiando, dando proprio la sensazione di non averne più, e di non avere nemmeno l’orgoglio di vendere cara la pelle.
Chi invece stasera porta a casa una pagnotta sudata e guadagnata è il Real Madrid, che passa sul campo dell’AS Monaco dopo due supplementari, dopo una battaglia infinita in cui per vincere deve dare fondo a tutte le sue risorse, dalla classe immensa dei suoi campioni, al roster infinito,all’esperienza di mille battaglie, alla conoscenza di ogni risvolto dei finali punto a punto, che poi alla fine sono quei fattori che fanno la differenza in favore dei madrileni.
In una serata in cui Mike James non è brillante al tiro, altri sono i protagonisti per Monaco, che trovano in Bacon, Diallo ed Andjiusic le risorse per inchiodare il Real ad una partita sempre in equilibrio, dominata dalle difese, e che ha fatto vedere una squadra monegasca davvero in ascesa, e che stasera ha evidenziato chiaramente un potenziale da playoff.
Il Real legittima con questa vittoria il primo posto in classifica, ed al di là di ogni pronostico o previsione teorica chiarisce che ci sarà fino in fondo sulla strada di Berlino perchè è squadra capace anche di soffrire e di lottare con umiltà: una grande con la fame e la mentalità provinciale.
Nell’altro derby di giornata il Bayern spinto da Lucic regola l’Alba Berlino per 62 a 56, e già il punteggio ci parla di una partita modesta e purtroppo dei bavaresi che non riescono più a tornare la bellissima realtà della scorsa stagione, mentre finalmente registriamo un sussulto del Pana che supera un Baskonia davvero ormai lontano dai suoi momenti migliori; purtroppo per covid non si è giocata Maccabi contro Fener.
Prima delle soste per le Coppe Nazionali il calendario si infittisce, ed è questo forse il primo momento di vero snodo e selezione per i playoff: mai abbassare la guardia, mai perdere di tensione in un passaggio decisivo.